PERÚ E SUE ZONE ARCHEOLOGICHE
CHAVÍN DE HUANTAR
In un'area molto ampia nel cuore delle Ande si sviluppò tra il 1500 a.C. ed il 500 a. C. , la cultura Chavín.
La sua estensione territoriale è molto vasta e comprende i dipartimenti di Ica, Ancash, Lima, Piura, Cajamarca, Huánuco e Ayacucho.
Immagine religiosa
L'economia Chavín era basata essenzialmente sull'agricoltura sviluppatasi soprattutto grazie alla coltivazione di nuovi tipi di piante e all'utilizzo di nuove tecniche agricole.I contadini divennero presto degli specialisti agricoli erano considerati una specie di intermediari divini, in quanto riuscivano a prevedere le buone annate dalle cattive. I beni alimentari prodotti venivano negoziati attraverso lo scambio commerciale con altri territori favorendo così la mescolanza tra culture. La società era divisa in tre classi sociali (i sacerdoti, i pellegrini e la gente comune) e pur essendoci evidenti differenze tra uomini e donne, queste ultime potevano comunque ricoprire anche cariche importanti, divenendo persino sacerdotesse.
L'influenza della Cultura Chavín ricopriva un vastissimo territorio, ispirando direttamente molte altre popolazioni del sud America, che riprendevano nella loro arte caratteristiche dello stile Chavín (soprattutto nelle sculture), mantenendo tuttavia la loro autonomia regionale.Quest'influenza era facilitata dai continui contatti commerciali che la civiltà Chavín manteneva con le altre popolazioni.L'unificazione culturale del vasto territorio era dovuta essenzialmente alla diffusione di pratiche religiose, e i centri cerimoniali assunsero anche la funzione di centri di sviluppo economico e informativo (minacce di guerre, pericoli imminenti di calamità, previsioni meteorologiche...)
Il più importante centro cerimoniale, in cui si sono ritrovati la maggior parte dei reperti, era Chavín de Huántar, nell'attuale dipartimento di Ancash, nodo di congiunzione delle strade che provenivano dalla Costa, dalla Sierra e dalla Selva, e principale meta di pellegrini, che periodicamente vi si recavano a portare offerte ai templi, ricevendone in cambio consigli, aiuti, responsi.
La religione Chavín era popolata da esseri sovrannaturali che presentavano le forme degli animali più diffusi della Sierra: felini, uccelli rapaci, caimani, serpenti, ecc...Non vi fu l'imposizione delle proprie divinità religiose su altre popolazioni, ma soltanto un'influenza stilistica sulla rappresentazione dei temi sacri, che interessò anche altri ambiti artistici (la ceramica, l'oreficeria, la tessitura, l'architettura).
La cultura artistica Chavín si espresse con vari stili, scoperti dagli archeologi in periodi differenti, e molte volte le creazioni attribuite allo stile Chavín sono soltanto delle influenze che questa civiltà esercitò su altre culture.
La civiltà Chavín iniziò la propria decadenza verso il 450 a.C., probabilmente in seguito all'affermazione di altre culture che si sovrapposero ad essa.Al termine del periodo Chavín, che può essere definito senza dubbio "panperuviano", iniziò una nuova tappa nella storia peruviana, denominata del "regionalismo culturale", con culture che avevano un'area di influenza più ristretta, a livello regionale.
Chavín de Huantár
Il centro cerimoniale di Chavín de Huantár è costituito da un insieme di piattaforme sovrapposte che furono elevate le une sulle altre in periodi differenti.
La costruzione di questi templi veniva iniziata dai pellegrini che in occasione di feste religiose si recavano al centro per fare sacrifici agli dei che vi abitavano, ed era conclusa da persone specializzate quando i pellegrini tornavano ai loro luoghi d'origine.Tutti gli edifici sono orientati verso oriente (punto cardinale fondamentale da dove nascono il sole e gli altri astri ed arriva la pioggia) ed erano completamente ornati da cornicioni, colonne, obelischi, sculture con le immagini delle divinità.La parte principale delle funzioni cerimoniali si celebrava dentro i templi, mentre i riti secondari venivano svolti negli spazi annessi ai templi: piattaforme, terrazze, piazze, disposte su diversi livelli e collegate tra di loro da ampie scalinate.
I due edifici più importanti sono costituiti dal Tempio Vecchio e dal Tempio Nuovo, costruito sulla base del primo.
Lanzón
Il vecchio tempio
Il nucleo primitivo di questo tempio risale al periodo che va dal 1200 al 1000 a.C., e la ricostruzione dell'intero edificio è tuttora incompleta.Dell'originario impianto restano, infatti, solo alcuni resti sui quali venne edificato, successivamente, il Tempio Nuovo.Vi è una struttura principale al cui centro si trovava una piazza circolare: era uno spazio sacro lastricato con mattoni, a circa 2 metri di profondità dal pavimento della piattaforma quadrata su cui si trovava.Sulla lato ovest del muro che circondava la piazza vi erano due file di lastre in pietra scolpite: quella inferiore ornata con figure di felini, e quella superiore con immagini di personaggi, rappresentati di profilo, in processione mentre si dirigono suonando e danzando verso la scalinata principale del tempio.Tutti le figure seguono la stessa direzione che percorreva l'ombra dell'Obelisco Tello durante il solstizio d'inverno (cioè all'inizio dell'anno agricolo, quando l'ombra nasce a sudovest e cammina verso il centro). Soltanto due soggetti sono raffigurati frontalmente rivolti verso l'Obelisco al centro della piazza.Due scalinate orientate nel senso est-ovest, collegavano la piazza circolare ad occidente con una piattaforma sopraelevata, attraverso cui si accedeva alla parte centrale del tempio, e ad oriente con un intreccio di gallerie all'interno delle quali si trovava l'idolo del Lanzón.Oltre al corpo centrale, il tempio presentava due piattaforme annesse: una rivolta a nord chiamata settore D ed una orientata a sud chiamata settore F.
Il nuovo tempio L'edificazione del Nuovo Tempio è il risultato del processo di continui ampliamenti e rifacimenti della struttura originaria del Vecchio Tempio.Presenta lo stesso orientamento Est-Ovest del tempio precedente, ma ha una struttura molto diversa: si sviluppa intorno ad un nucleo principale, costituito da una grande piattaforma tronco-piramidale (il Tempio Maggiore), intorno al quale vennero costruiti altri elementi architettonici.Vi si accedeva attraverso un ampio portico, formato da colonne cilindriche in pietra scura completamente intagliate con figure di uccelli umanizzati, cui si arrivava mediante una serie di scalinate.Davanti al portico vi era un piccolo atrio rettangolare, circondato da un recinto decorato da rappresentazioni di varie divinità.Nel Tempio Nuovo probabilmente non veniva più adorato l'idolo del "Lanzón" né i personaggi rappresentati sull'"Obelisco Tello", ma appaiono nuove divinità (come il "Dio dei bastoni", raffigurato sulla "Stele Raimondi").L'edificio era completamente rivestito da una cornice di pietre intagliate con immagini di serpenti ed uccelli che circondavano le "cabezas-clavas", figure antropomorfe scolpite su pietra ed attaccate alla parete. Sotto la cornice, il tempio era ornato da immagini modellate su terracotta e dipinte con colori vivaci.
Le gallerie sotterranee
Le piazze, le piattaforme e le terrazze del complesso monumentale dei templi erano accompagnate da una serie di gallerie sotterranee, canali ed altre costruzioni architettoniche.L'interno del Nuovo Tempio è formato da un labirinto di 14 passaggi e gallerie che si incrociano e si sovrappongono tra loro, seguendo le direzioni est-ovest e nord-sud.Molte di queste gallerie sono condutture idriche, che servivano a raccogliere le acque piovane che ristagnavano sul suolo e a farle confluire nel letto del Rio Mosna.Secondo alcuni studiosi, alcune di queste condutture venivano sfruttate per creare un effetto sonoro all'interno del tempio: l'acqua che le attraversava, passando per dislivelli e piccole cascate, produceva un rumore simile al terrificante verso degli enormi coccodrilli della costa equatoriale, la cui immagine è riprodotta sull'Obelisco Tello.Altre gallerie venivano utilizzate come luoghi di culto che ospitavano alcune divinità del tempio.
In uno di questi passaggi sotterranei si trovava la statua dell'idolo principale del Tempio Antico: il Lanzón.L'immagine sacra di questo idolo, rappresentato con sembianze umane mentre saluta con la mano destra guardando verso Oriente, era perfettamente visibile solo una o due volte all'anno a causa della direzione della luce che riesce a filtrare a stento tra i labirinti.Altre gallerie venivano infine utilizzate, probabilmente, come luoghi di sepoltura, in cui si portavano le offerte per il tempio.
Cabezas clavasStele Raimondi
Lavorazione della pietra
L'arte di lavorare la pietra nella cultura Chavín comprende sia le sculture in bassorilievo su lastre litiche che rappresentano immagini sacre, sia la produzione a tutto tondo di teste mostruose, le "Cabezas clavas" (le "teste inchiodate", chiamate così perché fissate direttamente alla parete).
Alcune di queste sculture avevano una funzione propria e non servivano semplicemente da elemento architettonico. L'archeologo John H. Rowe nel 1962 ha distinto diverse fasi nella produzione della litoscultura di Chavín:
Fase AB: si tratta della fase più antica, rappresentata dal "Lanzón" ("La grande lancia") ritrovato nel Tempio Vecchio. Probabilmente si trattava di un cornicione decorato con rappresentazioni di giaguari e serpenti.
Fase C: è la fase relativa all'Obelisco Tello e di numerose lapidi scolpite con figure di personaggi antropomorfi e di animali. L'obelisco Tello (che prende il nome dall'archeologo Julio Cesar Tello che lo scoprì) è un monolite completamente decorato in bassorilievo, ed è una delle opere più famose elaborate dalla cultura Chavín.L'immagine sembra raffigurare un caimano, probabilmente una divinità del tempo, che viene rappresentata sia nella versione maschile sia in quella femminile.
La fase D: è costituita da un gruppo di sculture in pietra , ritrovate nel Tempio Nuovo all'interno del "Portico dei Falchi". Tra di esse le principali sono colonne ornate con immagini antropomorfe e la cornice che rappresenta un volo di falchi.
La fase EF è rappresentata dalla "Stele Raimondi", una lastra di granito in cui è stata intagliata l'immagine di una delle principali divinità della cultura del sud delle Ande: il "Dio dei bastoni", un essere antropomorfo con due facce, una invertita rispetto all'altra, con caratteri felini e bastoni nelle mani. Sulla sua testa, un groviglio di immagini, di fauci con grandi denti e di serpenti.
La ceramica
La ceramica, in forma di bottiglie, piatti e ciotole, era quasi sempre monocroma (marrone scuro, nero o grigio).Le bottiglie erano di due tipi: a collo lungo o di forma circolare con un manico posto sopra il corpo della bottiglia stessa.La superficie veniva decorata con incisioni o con bassorilievi; caratteristica dello stile Chavín è l'astrazione delle rappresentazioni e le forme curvilinee. Spesso erano riprodotti animali con sembianze di felini.
L'oreficeria
La civiltà Chavín diede origine alla produzione metallurgica grazie allo sfruttamento dei giacimenti di cui la zona era ricca.
Si fondevano i metalli (oro, argento, rame ed varie leghe) in grandi forni di terracotta, si martellavano per ottenere delle lamine, che venivano poi lavorate con strumenti a punta, creando su di esse decorazioni che riflettevano lo stile dell'epoca.
Venivano quindi formate corone, collari, orecchini, cinture ed altri ornamenti, oltre a grandi quantità di oggetti rituali ed armi, mentre raramente si producevano in metallo vasellame ed utensili da lavoro.
L'arte tessile
L'arte tessile ebbe grande sviluppo grazie sia all'impiego della lana di camelidi, sia all'utilizzo dei primi telai, che permettevano una maggiore complessità nella lavorazione dei tessuti ed una notevole rapidità nel lavoro.Erano molto diffuse le tele dipinte con rappresentazioni di esseri antropomorfi che sostengono bastoni terminanti in teste serpentiformi, dagli occhi grandi e labbra carnose, con denti a forma di zanna, che presentano delle somiglianze con la fase D delle sculture in pietra.
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Ando revisando cada texto para corroborar las evaluaciones y observaciones del jurado, antes de colocar los diplomas.
Gracias por estar aquí compartiendo tu interesante obra.
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CUADRO DE HONOR
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